STEFANO BONACCINI

UNA VITTORIA STRAORDINARIA

Una vittoria esaltante ma non scontata. Un anno e mezzo prima del voto delle Regionali del 2020, sull’Espresso pubblicano un dossier su come anche l’Emilia Romagna, dopo tante altre Regioni registrerà l’ennesima vittoria per Salvini. (n.b.: una previsione rimasta valida per la maggior parte dei sondaggisti fino alla vigilia del voto).
Stefano ci accoglie nel suo ufficio dove è impossibile non notare come vi sia una cartina regionale piena di puntine colorate che indicano la presenza e le azioni in corso del Governatore in carica. Da lì ripartiamo per ri-progettare la vittoria di un leader che da sempre conosce la sua terra, e la vive da vicino. Malgrado tanti spingano per una campagna che sia uno scontro frontale destra-sinistra e sul piano nazionale, anche sulla base dell’analisi dei precedenti successi ottenuti dall’avversario (che non va mai sottovalutato né demonizzato) scegliamo invece di impostare una campagna elettorale sulla dimensione regionale, sia nelle tematiche che nel tone of voice. La competitor è Lucia Borgonzoni, ma lo stesso Salvini ha personalizzato la campagna della sua coalizione su di lui. Decidiamo che la corretta impostazione sia quella di presentare Bonaccini come l’alfiere del DNA e del territorio emiliano-romagnolo che si batte contro modelli, linguaggi, e persone “ad esso estranee”.

Esaminiamo i risultati delle ultime elezioni che hanno visto il CSN in calo e mappiamo il territorio sia per definire degli obiettivi generali (quanti voti ci servono per vincere) che particolari (dove e come andarli a prendere). Dalle nostre analisi decidiamo di concentrare la nostra attenzione in particolare su 88 Comuni e di procedere a “cerchi concentrici” sulla base di target prioritari e poi secondari.
Lo slogan un passo avanti è uno slogan sintonico con l’operato riformista di Bonaccini ma vuole essere anche una rivendicazione orgogliosa di alcuni primati che la Regione registra rispetto al resto del paese in termini di sanità, lavoro e innovazione. Si vuole anche rimarcare una differenza tra il primo e il secondo mandato, comunicando l’opportunità per l’Emilia Romagna di effettuare un ulteriore passo avanti con Stefano Bonaccini.

I 2,29 minuti dello spot emozionale sono un omaggio all’ Emilia-Romagna, di cui cerchiamo di cogliere l’essenza positiva tra paesaggi, volti, piazze e situazioni. Si vuole rendere il patrimonio di lavoro di un Presidente che in 5 anni ha percorso più di 800 mila chilometri per ascoltare ogni singola voce, per conoscerne ogni esigenza.

Bonaccini è il Sindaco dell’Emilia-Romagna e il simbolo della lista civica che porta il suo nome non poteva non avere un riferimento alla regione. All’interno del contrassegno elettorale, barrato da 124.591 elettori, troviamo la stilizzazione dell’Emilia-Romagna che richiama le forme e la movenza di una bandiera a tre fasce con tre differenti tonalità di verde che simboleggiano l’unità della Regione nelle varie differenze che la caratterizzano. Si materializza, inoltre, una sintesi visiva tra il tricolore italiano, il logo della regione e la silhouette dell’Emilia-Romagna. Le forme e la dinamicità dello sventolio richiamo, infine, il concetto di dinamicità espresso dal claim generale di campagna “Emilia-Romagna, un passo avanti”.

La scelta cromatica verde è stata fondamentale nell’impostazione generale dell’intera campagna. Riappropriarsi di un colore che rappresenta l’intera Regione, ma che per anni è stato associato ad una forza politica opposta, è stata una sfida vinta che ha ribaltato tanti luoghi comuni.

Stefano Bonaccini 2020 è stato il logotipo che ha caratterizzato tutta la campagna e che ne ha formalmente sancito l’inizio, differenziando la comunicazione di Stefano Bonaccini Presidente da quella di Stefano Bonaccini candidato. La presenza del “20 20” è servita ad emancipare il messaggio del secondo mandando, ponendo un orizzonte temporale chiaro e distinguibile.

Tra gli elementi più apprezzati e distinguibile dell’intera campagna, la composizione iconografica Barba&Occhiali di Stefano Bonaccini che è nata per differenziare la comunicazione istituzionale da quella più informale e legata alla persona del candidato.

La strategia operativa ed organizzativa ha fornito a tutti i coordinatori e ai militanti precisi obiettivi. La dinamica delle sardine, accompagna un altro fronte di lavoro “informale” che si crea. La descrizione tecnica dello svolgimento della campagna non può però mettere in secondo piano l’aspetto di entusiasmo e di fiducia crescente che si è creato. Anche attraverso una grande mobilitazione in Piazza Maggiore a Bologna (da decenni la Piazza non era così gremita) ma anche in altre città per dimostrare che la coalizione vinceva la gara dei numeri.
Obbligando l’avversario a cambiare strategia elettorale e a rifugiarsi in luoghi periferici e in situazioni sempre meno performanti in termini di creazione di nuovo consenso.